Considerato il film che stiamo vivendo in cui
le dinamiche sono marcatamente egoiche ed interessate
“narcisisticamente” (ed è un eufemismo…), mi sembra molto
importante ricordare ciò che altro da questo è possibile,
un’altra via è percorribile, vivibile…un porsi al servizio
dell’altro in modo creativo che contempli uno stato di cose e
necessità che si apra ben oltre il proprio ego.
Non possiamo trascurare che il macro, ed una dimensione sociale
politica culturale allargata sia anche il riflesso, un insieme di proiezioni del
piccolo, del sentire di ognuno di noi…questo ci riporta
inevitabilmente a noi, ad un ascolto attento, ad un silenzio
necessario…Conoscere le intenzioni che ci muovono, individuarne con l’ascolto la natura, può permettere di prestare più attenzione a ciò che diciamo, pensiamo, a come ci muoviamo nel mondo. Non alimentare situazioni, dinamiche e relazioni tossiche. Scegliere di essere meno attaccati al proprio ego, e quest’abbandono, non può che aprire sempre più alla considerazione, al rispetto di noi stessi e dell’”Altro”. All’amore…
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