Perchè tutto dovrebbe assumere la forma dei nostri desideri, delle nostre aspettative, delle nostre brame? Perchè?
Tutti
siamo stati bambine e bambini, tutti consapevoli o meno, ci siamo
rapportati agli altri più prossimi a noi in maniera circoscritta alla
nostra capacità, disponibilità a soddisfare i nostri bisogni. E'
fisiologico, naturale, necessario. Ma crescendo, attraversando il bosco
ed i mari, scopriamo che la vita è contraddittoria, strana, disordinata,
misteriosa. Siamo spesso tentati di ricondurre la realtà alle nostre
idee, alle nostre credenze, alle nostre cornici, e questo ci distrae da
ciò che è, da noi stessi, da ciò che c'è vicino, da ciò con cui siamo in
connessione. Coraggioso è chi sta, chi comincia a lavorare con la sua
ambivalenza, con la sua ignoranza, con le sue contraddizioni, le sue
incoerenze, con la molteplicità unica e misteriosa che lo caratterizza. Non esiste
superiorità di qualcuno o qualcosa su qualcun'altro o qualcos'altro. I
miei bisogni-diritti non sono nè superiori nè inferiori ai tuoi, sono
altro, e l'alterità di cui siamo portatori non può essere azzerata, il
suo mistero non può essere oscurato per renderci assimilabili all'altro, nè per rendere l'altro assimilabile a
noi, ancòra di salvataggio dei nostri bisogni. Resterà
sempre fra me e l'altro, uno spazio di protezione, una soglia sacra
invalicabile. Non possiamo ridurci a soddisfare bisogni e aspettative
degli altri, ma conoscerci, rispettarci e vivere per ciò che siamo,
intimamente autenticamente. L'orizzonte si farà più ampio e chiaro, e
potremo così abbandonare la pretesa e l'illusione di poter ridurre
l'altro a parte di noi, di annullare la sua alterità e la sua unicità.
Ho
fiducia che, stando e non scappando, possiamo cominciare a vederci, a
vedere l'altro, a riconoscerci e ad apprezzare le infinite forme
dell'amore e i miracoli che può fare.
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