mercoledì 4 aprile 2012
Una sfida esistenziale
Sin dalla nascita ognuno di noi ha bisogno di essere visto, considerato, ed accettato per ciò che è, e di essere aiutato-sostenuto ad esprimere il proprio mondo interiore.
In un clima affettivo di accoglienza-tolleranza vengono gettate le basi per quel senso di protezione e sicurezza che chiamiamo fiducia.
Se nell'ambiente in cui cresciamo, e per altre dinamiche, facciamo esperienza di un'atmosfera emotiva instabile, ne verremmo molto probabilmente condizionati.
Potrebbe accadere che in questo modo, crescendo, si vada alla ricerca di figure che ci vedano, ci comprendano sino in fondo, e ci confermino quell'immagine di noi che ci siamo costruiti e con la quale ci identifichiamo. Un'immagine che scaturisce da carenze, distorsioni, e da un forte disorientamento interno ed esterno. Tenderemmo così a riproporre ciò di cui abbiamo fatto esperienza secondo schemi di pensiero, grovigli emozionali ed azioni che "ci scappano di mano".
Non possiamo modificare nulla del nostro passato ma possiamo metterci in ascolto e comprendere cosa ha da insegnarci. Ci autorizziamo a scoprire la nostra integrità.
Tutto questo è possibile quando ci avviciniamo alla nostra vita interiore, quando accogliamo le memorie che il nostro corpo racconta e le orientiamo verso la luce della coscienza.
Non si tratta di un cammino facile, privo di sofferenza, ma è l'unica strada che ci consenta di abbandonare le prigioni interiori, i condizionamenti che ci teniamo incollati addosso, ed Essere interamente...passando dall'interpretarci come vittime inconsapevoli di ciò che è stato ad individui responsabili che attraverso la conoscenza profonda di sè, imparano a stare con tutto ciò che sono e che continuamente viene modellato dall'esperienza.
Ci sveliamo a noi stessi ed agli altri per ciò che siamo nel nostro intimo: è un’enorme sfida esistenziale ed una grande possibilità che ci possiamo dare, per emanciparci da tutta una serie di schemi, lenti deformanti, clichè che ci teniamo incollati addosso e per viverci pienamente.
Il coraggio dell’osare mostrarci in tutti i nostri aspetti, e quindi certamente anche nei limiti, in questo sta il valore del farsi carico di sè. Ci riconsegnamo a noi stessi per quel che è, nè più nè meno: se ci autorizziamo a questo molti meno drammi o teatrini dovremmo inscenare.
Con tenerezza ed un certo rigore siamo chiamati a stare e confrontarci inevitabilmente con ciò che siamo…poi sgorgherà la leggerezza che scaturisce da una pacificata centratura e accettazione.
Fare esperienza con tutto il nostro essere, aderire completamente alla nostra natura autentica, legittimarsi con fiducia ed impegno a lasciarsi condurre dalla propria spinta interiore, portare a piena manifestazione i nostri pensieri, le nostre idee, i nostri sentimenti, le nostre note o sinfonie emotive attraverso i passi che muoveremo nel nostro viaggio. Lasciare andare passo dopo passo la paura, le resistenze, gli ostacoli ed i tentativi di mascheramento della nostra essenza che preme per emergere.
Rinunciamo amorevolmente alla dipendenza dalle conferme che ci potrebbero pervenire dall'esterno, alla tentazione di confermare aspettative nostre ed altrui fuorvianti. Abbandoniamo l'illusione di quel paradiso, di quel meraviglioso castello di autoinganni, di quella felicità assoluta di un'epoca che è andata, ed accogliamo la nostra complessa vitalità con tutte le sfumature che la costituiscono.
Se, inoltre, ci vediamo ed accogliamo anche con le nostre debolezze ed i nostri limiti, non avremo bisogno di gesti plateali per esibire la nostra "forza" con il giudizio, il disprezzo, la mortificazione di chi ci sta accanto.
Alleggeriamoci, e non facciamolo per entrare nelle grazie di quella o di quell'altra persona, per dimostrare qualcosa a qualcuno, ma facciamolo per noi, per il nostro dignitoso senso d'esistere.
Per il piacere di vivere ed esistere anche attraverso le ombre e ciò che abbiamo da imparare, allo scoperto, poggiando su noi stessi, con fiducia immensa ed abbandono.
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