Mi attraversa l'immagine di Frauzisca.
Con la borsa in mano che parte per uno dei suoi viaggi. Soltanto che questo non è uno fra i tanti. Ha un'intensità, una pregnanza, che lo distinguono fortemente dagli altri che l'hanno preceduto.
Fiuta che ne tornerà trasformata, profondamente impastata, modellata, dalla vita. Come un pezzo di creta, con le mani della consapevolezza e di una nuova visione di sè.
Guarda la sua immagine riflessa su uno specchio. Vede il buio nei suoi occhi, ma dal profondo della sua Anima la forza e la tenerezza la prendono per mano, e la guidano.
Muoverà i passi necessari. Non sa ancora quale sia il senso, ma ha fiducia che ci sia.
E' nella sofferenza che tanto si fa chiaro.
Sta in sè, una lanterna accesa -come un faro nello sconfinato mare- le sussurra che occorre ascoltare profondamente, consapevolmente, per trovare una maggiore chiarezza.
Una chiarezza più autentica. Un'autenticità più trasparente che sorge da una profonda conoscenza e da una tenera accoglienza di sè.
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